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Visualizzazione dei post da giugno, 2023

Maurras e l'Action Française

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Il 20 giugno del 1899 nasceva il movimento dell' Action Française , la cui analisi può essere molto interessante per capire la genesi dei "fascismi", ma che con essi non può pienamente identificarsi. Lo storico tedesco Ernst Nolte ha evidenziato le anticipazioni che dei temi del fascismo c'erano nell'Action  Française, ma questo non deve far dimenticare i notevoli punti di divergenze, che porteranno il movimento, peraltro, a sentirsi sempre qualcosa "a sé" rispetto ai regimi nazifascisti, e ad accettare solo parzialmente una prospettiva di collaborazione con essi.    Leader e simbolo dell'Action Française era  Charles Maurras . Nato a Martigues nel 1868, si formò sui testi di Hyppolite Taine e Auguste Comte, aderendo al positivismo. Al contempo, proprio tramite tale mediazione scoprirà il pensiero di Joseph de Maistre e Louis de Bonald, molto stimati dai padri del positivismo. Così il giovane Maurras accompagnerà ad una presa di posizione filosofica

Che Guevara tra la guerriglia e le T-shirt

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  Il 14 giugno 1928 nasceva l'argentino Ernesto Guevara de la Serna , soprannominato Che Guevara (o anche solo il Che ) per via di un intercalare che usava spesso nella sua parlata. Passato alla Storia quale rivoluzionario comunista e terzomondista, principale artefice, assieme a Fidel Castro , della rivoluzione cubana  culminata nella nascita della Cuba socialista nel 1959, Guevara sarà destinato a diventare un'icona pop del grande consumismo capitalista, campeggiante su ogni T-shirt radical-chic che si rispetti. Un'icona mediatica e consumista paragonabile solo al logo della Coca-Cola. In ciò, pur senza sua colpa, Che Guevara è l'ideale metafora della degenerazione del comunismo in radicalismo borghese chic , il cosiddetto "partito radicale di massa", per dirla con Augusto Del Noce , che con il suicidio della Rivoluzione ha portato alla fine del miraggio comunista per adagiarsi sulle derive nichiliste della cultura woke .  Che Guevara nasce in provincia di S

L'ora delle decisioni irrevocabili

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  Il 10 giugno 1940, Mussolini si affacciò al balcone di palazzo Venezia e lanciò la rivelazione fulminante, che colse di sorpresa molti, dopo settimane d'incertezze e oscillamenti. " Un'ora segnata dal Destino batte nel cielo della nostra Patria: l'ora delle decisioni irrevocabili. La dichiarazione di guerra è già stata consegnata agli ambasciatori di Gran Bretagna e di Francia. Scendiamo in campo contro le democrazie plutocratiche e reazionarie dell'Occidente che spesso hanno ostacolato la marcia e insidiato l'esistenza stessa del popolo italiano. [...] L'Italia proletaria e fascista è per la terza volta in piedi, forte, fiera e compatta come non mai. La parola d'ordine è una sola, categorica e impegnativa per tutti. Essa già trasvola ed accende i cuori dalle Alpi all'Oceano indiano: Vincere! E vinceremo! Per dare un lungo periodo di pace nella giustizia all'Italia, all'Europa, al Mondo! Popolo italiano! Corri alle armi! E dimostra la tua

La Restaurazione fallita

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Il 9 giugno 1815 si chiudeva, nel castello di  Schönbrunn , il Congresso di Vienna , e s'inaugurava l'epoca della Restaurazione . Da un lato, il congresso fu un epocale capolavoro diplomatico, che avrebbe assicurato all'Europa un secolo intero di stabilità e pace complessiva. Tuttavia, se sul piano giuridico contingente Vienna fu un capolavoro, su quello "storico" cui era finalizzato, ossia la sconfitta delle forze rivoluzionarie che avevano sconvolto l'Europa, esso si sarebbe dimostrato un vistoso fallimento: nel 1848 la Rivoluzione scoppierà nuovamente in tutta la sua virulenza e in tutt'Europa, mandando in frantumi l'impalcatura ideologica viennese. La fragilità dell'ordine viennese emerse presto, evidenziata dal fatto che gli equilibri stabiliti al Congresso necessitassero in continuazione della difesa da parte delle baionette austriache e di quelle loro alleate¹, per tutelarsi dalle cospirazioni continue delle società segrete radicali e dalla

Sul 2 giugno

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È il 2 giugno. In Italia, le feste civili comandate non hanno mai suscitato entusiasmo generale, e sono generalmente condite di una retorica dozzinale e insopportabile. La retorica c'è laddove manca il sentimento autentico, ed è così da sempre. Lasciate dunque che questo 2 giugno io, oltre alla testa, provi a far parlare un po' anche il sentimento autentico (quello mio personale, ben inteso).  Il 2 giugno 1946, ci informa la retorica mediatica, " gli italiani furono chiamati a scegliere tra repubblica e monarchia, per la prima volta coinvolgendo le donne, e scelsero molto bene esprimendosi a favore della repubblica ". Grattiamo la retorica e guardiamo il fatto. L'Italia che andò alle urne 77 anni fa era un paese distrutto: una guerra persa e una guerra civile lacerante ne avevano sbranato le viscere, e gli odi politici di partito seguitavano a dividerla.  Il referendum istituzionale era inevitabile, con il potere politico nelle mani di partiti antifascisti in mass