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Gott erhalte...

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  La corona del Sacro Romano Imperatore La storia europea medievale e moderna è segnata da un'entità politica altisonante: il Sacro Romano Impero . Più ancora che dal concreto Sacro Romano Impero, più lontano che vicino dal sogno universalistico che lo ispirava, è segnato proprio da questo ideale. Ma facciamo un passo indietro (o avanti, se si preferisce).  Il 21 novembre 1916, l'Impero austro-ungarico si trovava in guerra con le potenze dell'Intesa. La guerra sembrava procedere a fasi alterne, sebbene il malumore interno fosse molto più omogeneamente forte per più motivi. La guerra era stata determinata da un  ultimatum  cui si era giunti come risoluzione di una complicatissima situazione, quella di un impero multietnico e multilinguistico nel pieno dell'età dei nazionalismi. Nei reparti austro-ungarici erano arruolati soldati delle più diverse etnìe e lingue, tutte storicamente unificate da una figura imperiale "paterna" al di sopra di tutte queste differenz

1922 - Rivoluzione all'italiana

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  Durante il Ventennio, il 28 ottobre era festa nazionale, in quanto anniversario della rivoluzione fascista . Longanesi sosteneva che gli italiani pensano di poter fare la Rivoluzione col permesso dei carabinieri, e il caso calza a pennello, perché quella del 28 ottobre fu una vera rivoluzione all'italiana: una rivoluzione in vagone-letto , quello preso da Mussolini la sera del 29 da Milano per giungere a Roma la mattina del 30 e poter così accettare l'incarico di formare un nuovo governo direttamente dalle mani di Sua Maestà.   Questa fu la vera "rivoluzione fascista" che consentì il formarsi del ventennale Governo Mussolini: un affare di palazzo, che portò il Re a temporeggiare sullo stato d'assedio consigliato dal primo ministro Facta nei confronti delle camicie nere adunatesi a Roma, per poi defenestrarlo e assegnare l'incarico governativo al leader del partito di quelle camicie nere. Diceva d'altronde sempre Longanesi: " Fra Facta e Mussolini, i

Il vecchio Proudhon

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Pierre-Joseph Proudhon  è stato un notevole pensatore dell'Ottocento francese, il cui destino è stato però quello di diventare una delle tante ombre di Carlo Marx. Infatti, Proudhon è uno di quei pensatori che furono criticati da Marx (e da Friedrich Engels) come afferente ad un "socialismo utopico" da distinguere da quello "scientifico" di cui era presuntamente portatore il marxismo (o quello che verrà definito tale, ché Marx notoriamente non considerava sé stesso "marxista").  In Italia, si tornò a parlare un po' di Proudhon negli anni '70, quando il discusso Bettino Craxi lo elesse a "capostipite" ideale del "suo" rinnovato Partito Socialista, proprio in contrapposizione alla storica nemesi, Marx, di cui veniva ora criticata l'eredità in polemica col PCI. In realtà, il "proudhonismo" del PSI craxiano era chiaramente strumentale, funzionale solo alla polemica col PCI berlingueriano: il partito di Craxi si avv

Il grande brigantaggio

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Dopo la conquista manu militari del Regno delle Due Sicilie da parte del Regno di Sardegna (con la formazione del Regno d'Italia unitario), nei territori del Napolitano (il Mezzogiorno italiano continentale, quindi Sicilia esclusa) scoppiò una tremenda ribellione generale contro le istituzioni del nuovo Stato da parte delle plebi contadine di tutta la regione. I maggiori epicentri di tale ribellione furono le zone più povere: l'Irpinia, la Capitanata, l'Alta Terra di Lavoro, le Puglie, i Ducati, ma soprattutto la Lucania (o Basilicata). Di qui veniva il più grande e leggendario capobrigante della stagione del " grande brigantaggio ", definito il Napoleone dei briganti : Carmine Crocco , detto " Donatello ".  La stagione del brigantaggio è stata a lungo banalizzata e rimossa, quasi fosse una sorta di incomprensibile "stortura d'origine" della stagione risorgimentale. Si è stati così costretti, per difendere la vulgata agiografica, a mantener